Piani Resinelli: dalla terrazza belvedere al Monte Coltignone

Prima convocazione: domenica 26 febbraio. Tre giorni prima Giuliacci sentenzia: “Sono 18 mesi che non piove e indovina? Pioverà domenica!”. Ok, no panic! Rimandiamo al 12 marzo. Qualche giorno prima 3bmeteo, croce e delizia dei nostri eventi, accenna un timido “Forse pioverà anche il 12 marzo, ma solo al mattino” (esattamente quando serve a noi). Ma bastano due (forse erano più di due) santi invocati in ordine alfabetico e dopo un’ora, terrorizzato dalle mie urla, 3bmeteo decide di scendere a più miti consigli. “Mi sono sbagliato, ci sarà un sole che spaccherà le pietre”. Ottimo.

Ci troviamo dunque alle 9:30 di mattina di domenica 12 marzo in un parcheggio, ai Piani Resinelli, lontano dal mondo civilizzato, sotto a quell’obbrobrio di grattacielo che deturpa il paesaggio. Riecheggiano ancora nelle nostre orecchie le imprecazioni lanciate dal prete l’ultima volta che abbiamo organizzato il ritrovo esattamente sotto una basilica, ma questa è un’altra storia che racconterò a breve. Ovviamente, per la legge di Murphy, non un solo cane emette un gemito. Silenzio tombale. Qui. Che non c’è nessuno. Sotto la basilica invece…

E allora partiamo per il nostro giro ad anello che ci porterà alla scoperta dei Piani Resinelli, dalla terrazza belvedere al Monte Coltignone e su fino alla Cima Paradiso.

La salita è leggera e infatti, nonostante molti di noi facciano parte del club “No-salite“, non si sentono strani versi di gente che rantola. In breve si arriva alla Casa Museo Villa Gerosa, una meravigliosa villa immersa nel verde. Più avanti troviamo altre costruzioni in pietra, sembrerebbero abitazioni, quindi ci fermiamo giusto il tempo di morire d’invidia per chi ha la possibilità di svegliarsi all’interno di un bosco e proseguiamo oltre.

Nel frattempo i cani, liberi di interagire tra di loro, percorrono 18 volte i km che stiamo percorrendo noi e non sembrano affatto risentirne.

C’è un breve momento di tensione tra Balù, Bovaro del Bernese in piena adolescenza, 37 kg di pelo lanuginoso, e Muso, Labrador super cazzuto, stesso peso, più o meno. Insomma è un incontro tra pesi massimi, speriamo che, come nelle migliori tradizioni della boxe, non parta un orecchio ad uno dei due.
Telecronaca:
Balù: “C’è l’ho più lungo io!”
Muso: “Col cavolo, ce l’ho più lungo io!”
Balù: “Baciami il posteriore!”
Muso: “Te piacerebbe!”
Arriva Pampero, che pesa 3 kg da bagnato, e afferma “Ce l’ho più lungo io!”. Fine dell’incontro.


Nell’ordine: i due sfidanti, Balù e Muso, e il vincitore morale, Pampero.

Dopo circa mezz’ora di cammino, tra brevi salite fattibilissime e sterrati pianeggianti, arriviamo alla nostra prima meta: la terrazza belvedere. Costruita circa 2 anni fa, è una balconata a ferro di cavallo a strapiombo con grata sottostante, perché non faceva già abbastanza paura stare a quell’altezza, bisognava anche dare la possibilità di guardare in basso.

Poco alla volta iniziamo (il plurale maiestatis fa sempre scena, in realtà io sono rimasta nelle retrovie) a salire sulla terrazza. Alcuni portando il cane, altri no, non vogliamo forzare in alcun modo i nostri amici a 4 zampe. E così ci sono Mia e Gabriella che si fanno 27 volte il giro della balconata, Maya e Harley che dopo un iniziale timore portano a termine il percorso e Lola che resta con me a vedere la sua umana che fa la temeraria.


Maya e Harley si cimentano con successo.

Il panorama è davvero mozzafiato e si apre su tutto il Lago di Como. C’è parecchia gente, quindi ci fermiamo giusto il tempo di fare la foto di gruppo di rito e proseguiamo.


Foto di gruppo.

Proseguendo oltre la terrazza, inizia un sentiero in leggera salita, molto stretto e provvisto di corrimano in legno. Essendo un sentiero “a tornanti” mi ritrovo con Nero, che cammina un pezzo davanti a me, che mi guarda con fare sprezzante, come si evince dalla foto.

Terminato questo sentiero serpeggiante, si arriva in uno spiazzo, è un po’ complicato capire che direzione prendere ma il corrimano ci aiuta, seguiamo quello. La salita aumenta ma in brevissimo tempo, seguendo le indicazioni per Monte Coltignone, arriviamo in cima. Altro panorama spettacolare. Ci fermiamo ad ammirarlo e le sorelle Danizio pensando sia il momento del pranzo, tirano fuori i panini e iniziano a mangiare. Ma sono le 11.30! Però si sa, la fame è come il Natale, quando arriva arrriva.


Il panorama dal Monte Coltignone.

Terminata la pausa, torniamo sui nostri passi per un breve tratto per poi seguire le indicazioni per Cima Paradiso. Il nome è allettante. Nella pratica, dopo 10 minuti di cammino su un sentiero molto largo e pianeggiante, arriviamo ad un pianoro che di paradisiaco non ha nulla, nemmeno la vista, dal momento che è completamente coperta dalla vegetazione. Non ci soffermiamo troppo, la fame (di chi non ha mangiato prima) inizia a farsi sentire e così ci incamminiamo verso le macchine, tornando per un brevissimo tratto per il sentiero da cui siamo arrivati, per poi prendere la deviazione a destra verso Resinelli. Questo sentiero si ricongiunge a quello dell’andata davanti a Villa Gerosa e da lì in meno di 10 minuti siamo alle macchine, che ormai, essendo le 13, ai nostri occhi si presentano come dei giganteschi panini ripieni.

Di fronte al parcheggio c’è un enorme spiazzo erboso e decidiamo di pranzare lì.
Del pranzo ricorderemo la Maya che, piccoletta e vecchiettina, ha deciso che qualsiasi cane osi avvicinarsi al suo zaino farà una brutta fine e nemmeno le impronte dentarie potranno aiutare ad identificare il cadavere. E il furto di panino da parte della Banda Bassotti, Sharon e Lola, che, come ogni associazione a delinquere che si rispetti, fanno gioco di squadra: Lola distrae e Sharon ruba. Risultato? Solo la Sharon mangia il panino, la Lola rimane a bocca asciutta. Fare il palo non è chiaramente un lavoro redditizio.


Maya a protezione dello zaino.

Alla prossima con nuove mirabolanti avventure dal mondo delle Canaglie!

È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.

fernando pessoa

Dislivello: 191m
Distanza totale: 10 km circa
Tipo di percorso: Anello
Altitudine minima: 1.279 m
Altitudine massima: 1.470 m
Difficoltà: Facile

2 commenti su “Piani Resinelli: dalla terrazza belvedere al Monte Coltignone”

  1. Le avventure con voi danno un valore aggiunto a posti già meravigliosi di natura!!!
    Non vediamo 🐕🚶‍♀️l’ora della prossima!!!

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