Parco di Spina Verde con ricerca persone nelle trincee

Ed eccoci con una nuova avventura targata Le Canaglie: la passeggiata di gruppo al Parco di Spina Verde a Como, con ricerca persone all’interno delle trincee.
Il ritrovo è in Via dei Pini a Cavallasca (CO). Il parcheggio non ha molti posti disponibili, quindi ci ritroviamo alle 9:30, che è quell’orario via di mezzo tra “Col cavolo che mi alzo all’alba per questa palla di pelo!” e “Oddio vedo i panini che mi danzano davanti, per caso è già ora di pranzo?!”.

Tra nuovi ingressi e vecchi amici i cani hanno moltissimo da dirsi. Fortunatamente chi abita nelle vicinanze chiude un occhio e non ci tira secchiate d’acqua dalla finestra.

Arrivati tutti i 13 cani e 15 umani iniziamo il nostro giro. Percorreremo il sentiero 7 (molto ben segnalato) che ci porterà alla scoperta del sistema di trincee più articolato presente all’interno del Parco, un vero dedalo di cunicoli, gallerie e celle di appostamento. Poi su fino al punto panoramico del Pin Umbrela, per poi concludere il giro ad anello e tornare così alle automobili.

Superiamo quindi la sbarra rossa e iniziamo a percorrere una strada asfaltata in leggera salita. In pochi minuti arriviamo al primo gruppo di trincee. Decidiamo di percorrerlo tutti assieme per dare modo a tutti di familiarizzare con l’ambiente per poi procedere con la ricerca persone. Le emozioni dei cani all’interno delle trincee variano da “Mamma non avrai mica intenzione di lasciarmi qui!” ad “Ascolta, si è fatta una certa, io parto per il fronte, ci vediamo quando torno!”. In base al carattere e alla peculiarità di ogni cane.

I cunicoli sono stretti, umidi e in alcuni punti poco illuminati. E il pensiero va subito a quei cani e soldati che in passato hanno vissuto per mesi in trincee come questa, lontani dai loro affetti e con un futuro tutt’altro che certo. Camminiamo quindi in silenzio per onorare la memoria di tutti loro.

Breve approfondimento

Il sistema di trincee presente all’interno del Parco Spina Verde fa parte della Linea Cadorna, costruita tra il 1915 e il 1918 come difesa dei principali centri industriali italiani (Torino, Milano e Brescia). Si temeva che l’esercito austro-tedesco potesse raggiungerli passando dalla neutrale Svizzera.
In realtà queste specifiche trincee non furono mai utilizzate, se non dai partigiani durante la seconda guerra mondiale e solo in due brevi tratti.
La Linea Cadorna comprende 72 km di trincee, 88 appostamenti per batterie, 296 km di camionabile e 398 km di mulattiere.
La spesa complessiva per la sua costruzione fu all’epoca di 104 milioni di lire.

Questo sistema di trincee forma un anello, per questo al termine del giro ci ritroviamo al punto di partenza. Ci sediamo sulle panchine in legno poste in prossimità delle trincee.
I cani a questo punto sono già migliori amici e si scambiano dialoghi a ruota libera: “Hai incontrato la cagnetta del vicino? Te l’ha fatta usmare?”, e ancora “Il tuo umano ti ha portato fuori regolarmente o gli hai dovuto pisciare sul tappeto del salotto?”.

Iniziamo quindi, un cane alla volta, a fare una prova di ricerca persone all’interno delle trincee. Alcuni cani arrivano di corsa, seminando con arroganza all’interno dei cunicoli i loro proprietari che arrancano faticosamente dietro di loro. Altri arrivano più lentamente, facendosi seguire da vicino. Ma tutti sul volto hanno un unico interrogativo: “Zia, continui a perderti, è Alzheimer precoce o stai tentando senza successo di finire su Chi l’ha visto?”.
Tipico.
Io sono lì che vedo tutti i santi del paradiso e anche Gesù in croce a furia di fare avanti e indietro e loro pensano che sia impazzita.
Cani ingrati!


Maya, Fiesta e Lola arrivati a salvare la zia sbadata.

Terminato il giro dei cani è quasi ora di pranzo, decidiamo quindi di proseguire. Prossima tappa: il Pin Umbrela, il punto più alto e panoramico di tutto il Parco.
Il sentiero è in salita ma visto che non è abbastanza difficile per dei trekkisti della domenica come noi, ci hanno messo anche i gradoni.
L’unica nota positiva è che, in breve tempo, si guadagna quota e poco dopo arriviamo, stremati e affamati (non sappiamo decidere se più la prima o più la seconda), nel punto panoramico.

Cani e trincee

I cani, all’epoca delle due guerre mondiali, venivano trattati alla pari dei soldati, condividevano i loro stessi pasti (caffè compreso) ed erano dotati di apposite maschere antigas.
Era assolutamente vietato l’uso di metodi coercitivi per l’addestramento dei cani.
Erano talmente tanti i cani impiegati in guerra, che iniziarono ad essere arruolati anche i cani della popolazione.
Ecco alcuni degli scopi per cui venivano “utilizzati” (termine orribile, scusate!):
– Portaordini tra una trincea e l’altra
– Primo soccorso e ricerca morti/feriti
– Cacciatori di topi (di cui le trincee erano invase)
– Traino (soprattutto Alani e Maremmani)
– Sentinelle (grazie al loro udito ed olfatto)
Pet Therapy per i soldati

La giornata è limpida e la vista spazia sul Lago di Como e oltre. E per la serie “non c’è mai nessuno di utile a filmare quando serve” scopriamo solo a posteriori che il nostro caro Pier ha fatto un volo carpiato davanti al balcone panoramico, probabilmente a causa dell’emozione per la vista magnifica o più semplicemente per colpa di una radice che se ne stava ferma lì buona da circa 2.000 anni.


Pier ignaro del fatto che di lì a poco sarebbe volato.

Ci posizioniamo quindi in una radura che non dia fastidio alle altre persone presenti e, mantenendo le giuste distanze, iniziamo a mangiare.

Un minuto di silenzio per Ottavia che è costretta a mangiare uno strano intruglio preparato da sua mamma che, avendo evidentemente finito i contenitori ermetici, ha deciso che poteva essere una buona idea mescolare insieme primo, secondo, contorno, frutta e dolce. Il risultato è un miscuglio degno di Maga Magò.
Kira e Tonino per tutto il tempo del pasto tentano di ipnotizzarmi, ovviamente con enorme successo. Nel frattempo Ezio mi giudica con biasimo e fidatevi, essere giudicate da lui fa un certo effetto visto che è un cane composto all’80% di zucchero filato e al 15% di pasta frolla. Il restante 5% è fatto da pelo cinghialoso, che gli ha fatto meritare il soprannome di “cinghialotto“.


Kira e Tonino che tentano con l’ipnosi, e Ezio che mi giudica malamente.

Al termine del pranzo proseguiamo per il sentiero principale. Due minuti di cammino e arriviamo nel punto destinato alla seconda prova di ricerca persone: una meravigliosa galleria buia, umida e stretta.
Sulla carta il compito è semplice: io scappo entrando nella galleria, esco all’esterno dalla parte opposta e aspetto che il cane di turno mi venga a salvare. Nella pratica, da carogne quali siamo, non abbiamo fatto attraversare la galleria preventivamente a cani e umani e quello che aspetta entrambi è quindi totalmente ignoto.
Anche in questo caso si alternano cani che arrivano come kamikaze al grido di “Stordita, sto arrivandooooo!” e cani che camminano passo a passo col proprietario con l’espressione da “Umano, hai voluto sta cosa?! Ora vai avanti tu che io mi sto cagando addosso”.


Damon, Pampero e Harley vengono a recuperarmi all’uscita della galleria.

Terminato il giro stiamo per rimetterci in cammino verso le macchine quando ecco avvenire un miracolo che in confronto San Gennaro è solo un chierichetto.
Grazie ad un minuzioso lavoro al guinzaglio da parte di Daniele, Pampero e Tonino, i due nani palle-muniti del gruppo, nonché acerrimi nemici, diventano best friends.
Fino alla volta scorsa i dialoghi tra i due erano di questo tenore.
Pampero: “Io ti ammazzo!”
Tonino: “No, ti ammazzo prima io!”
Pampero: “Dovranno identificarti dalle impronte digitali quando avrò finito con te!”
Tonino: “Ma io non ho impronte digitali!”
Pampero: “E allora non potrai essere identificato!”
Tonino:”E tu, Pinscher maledetto, verrai identificato solo grazie alla medaglietta in ferro e giusto perché mi rimarrebbe indigesta!”
E avanti così.

Il sentiero a questo punto è completamente in discesa. C’è solo un bivio, ma basta procedere lungo il sentiero che gira a destra e seguire i cartelli verso “Cavallasca” e nel giro di 40 minuti siamo nuovamente alle macchine, stranamente in anticipo di circa 20 minuti sull’orario di fine previsto.

È sempre bello vedere personalità diverse sia umane che canine entrare in contatto con mondi e relazioni sempre nuove e da piccole unità diventare in breve tempo branco.

Io sono convinto che la guerra non sia un modo per risolvere i problemi ma sia un modo per ingrandirli.

gino strada

Dislivello: 200m circa
Distanza totale: 6 km circa
Tipo di percorso: Anello
Difficoltà: Facile

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