Prima passeggiata del 2024, decidiamo di partire con qualcosa di molto soft. I pranzi delle feste si fanno ancora sentire ed arrancare su per qualche montagna sarebbe davvero poco dignitoso. E invece così no, in piano sembriamo Messner al ritorno dalla scalata dell’Everest, camminiamo spavaldi con una certa arroganza intrinseca. In futuro la solfa cambierà, ma non è questo il momento di pensarci.
Il ritrovo è alle ore 10 a Capriano, frazione di Briosco, in Via San Giuseppe 24. Di parcheggio ce n’è in abbondanza, ma noi lo occupiamo quasi tutto, perché la partecipazione è davvero elevata: 20 cani e 24 persone. Potrebbe esserci una gran cagnara, e invece no, la situazione è molto tranquilla.
Prima tappa, attaccata al parcheggio, la chiesina dei morti, giusto per cominciare il tutto con l’allegria. Alcune raccomandazioni di base, due cenni storici di quello che stiamo per vedere e si può partire.
La chiesina dei morti
Costruita agli inizi del 1700 per commemorare le vittime dell’epidemia di peste del 1630, la chiesina dei morti o Oratorio di San Giuseppe alla campagna o al contagio, sorge a “cinquecento passi” dalla Chiesa Parrocchiale.
La chiesina, negli anni, ha svolto anche funzione di ricovero per i malati durante l’epidemia di colera del 1836 e l’epidemia di vaiolo del 1890.
Il sentiero è ben segnalato e sfocia spesso in grandi prati che permettono ai cani di socializzare ognuno con i propri tempi e le proprie modalità. In uno di questi prati decidiamo di fare una “pausa merenda”. Per i cani, non per noi. Un momento di masticazione che evidenzia le peculiarità di ogni cane: c’è chi prende una certa distanza, chi mangia in piedi, chi si sdraia in completo relax. Il risultato, comunque, è sempre lo stesso: problemi zero.
Procediamo nel nostro giro e cominciamo a vedere le tracce di quella ferrovia fantasma che siamo venuti a visitare. Ponticelli, sottopassi e antichi muri di contenimento. Il tutto condito da un’atmosfera decadente di metà gennaio.
La ferrovia fantasma
Inaugurata il 28 novembre 1912, la breve linea ferroviaria, di appena 4 km di lunghezza, collegava gli stabilimenti di Fornaci, dove si lavorava l’argilla, con la stazione di Renate-Veduggio. Non era adibita al trasporto di persone. L’utilizzo della ferrovia venne sospeso dopo pochissimo tempo e poi riattivato in occasione della seconda guerra mondiale. La ferrovia venne più volte bombardata e oggi rimangono purtroppo pochi resti: ponti che servivano da sotto e sopra passo e muri di contenimento.
Molto suggestivo un viale alberato, al momento spoglio, che ricorda, da lontano, un’ambientazione di fiabe dei Fratelli Grimm. Sarà bellissimo tornare a visitarlo in estate quando la natura esploderà.
Proseguendo lungo il sentiero, si arriva direttamente a Veduggio con Colzano. A questo punto è sufficiente superare il ponticello pedonale in legno e riprendere il sentiero sterrato che si snoda sulla destra per proseguire nell’anello che ci ricondurrà alla Chiesina dei Morti e quindi alle auto.
Dislivello: 35m circa
Distanza totale: 4km circa
Tipo di percorso: Anello
Difficoltà: Facilissimo